Finora gli indiani non hanno potuto presentare una sola
prova o testimonianza certa contro la petroliera Enrica Lexie e i fucilieri
Salvatore Girone e Massimiliano Latorre nel luogo e nel momento in cui sono stati
uccisi i due pescatori.
L'unico dato
ufficiale reso noto riguarda l'autopsia effettuata dal professor Sisikala,
anatomopatologo del tribunale indiano, il quale riferì di aver trovato nei
corpi delle due vittime pezzi di proiettili le cui dimensioni indicavano un
calibro 7,62, più grosso del 5,56 utilizzato dai fucili italiani. Un proiettile
compatibile invece con le mitragliatrici russe (o copie cinesi) PKM impiegate a
bordo delle motovedette Arrow Boat che la Guardia Costiera dello Sri Lanka
utilizza spesso per cacciare i pescherecci indiani che vanno a pescare
abusivamente i tonni nelle acque cingalesi.
Ricordiamo inoltre che il tribunale di Kollam ha respinto la
richiesta della presenza degli esperti italiani del Cis alla perizia balistica
sulle armi della “Entica Lexie”. I due periti dei Carabinieri Paolo Fratini e
Luca Flebus sono giunti in India per collaborare con la polizia nel sequestro e nelle analisi sulle armi usate
dai due fucilieri italiani lo scorso 15 febbraio. Perché gli esperti dei carabinieri non sono stati
ammessi?
Altra stranezza, uno degli elementi di prova, il
peschereccio dove si trovavano i pescatori uccisi è stato demolito dallo stesso
proprietario. Come mai un elemento di prova così importante non è stato posto
sotto sequestro ed invece ne è stata consentita la demolizione?
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