Tra poco più di un anno entrerà in vigore il Fiscal Compact e quindi da allora e per i successivi 20 anni dovremmo cercare di riportare il debito pubblico dall’attuale 130% circa del Pil al 60%.
Quindi prepariamoci a subire nuove tasse e ulteriori tagli di spesa per il recupero di circa 50 miliardi di euro all’anno per venti anni!!
Facciamo un po’ di conti……..
I nostri governanti stanno tirando avanti da mesi il teatrino delle marionette per un si o un no dell’IMU sulla prima casa. Tutto per portare nelle casse l’esiguo importo di circa 4 milardi di euro. Mesi per rinviare o non rinviare l’aumento dell’iva. Anche cosi non più di altri 4 miliardi di euro. Come anche l’introduzione di una nuova imposta di consumo del 58,5% su sigarette elettroniche e relativi liquidi. Ma quanto devono ancora escogitare per raggiungere le cifre di cui sopra?
A questo punto viene spontaneo chiedersi quale potrebbe essere il comportamento dei governi del prossimo ventennio di “dittatura finanziaria”? La storia ci insegna qualche cosa.
Negli ultimi vent’anni i vari governi che si sono avvicendati in Italia, di qualsiasi schieramento politico siano stati, ci hanno avuto imposto tutti la stessa ricetta: 20% di tagli di spesa e 80% di nuove tasse.
Quindi il conto è presto fatto!! Aspettiamoci circa 10 miliardi di tagli di spesa pubblica! Ma cosa penseranno di tagliare?
Ovvio che gli F35 non si toccano! Neanche il Parlamento può opporsi, come ha ammonito il Consiglio supremo della Difesa in un comunicato, diffuso al termine di una riunione tenutasi al Quirinale e presieduta dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Tagli agli sprechi e ai privilegi? Difficile! visto che su questi si basa gran parte del consenso elettorale di alcune forze politiche.
Ma a questo punto viene da chiedersi…. Ma che fine ha fatto la spending review? Vi rispondo io.
La spending review conteneva una serie di disposizioni mirate al contenimento della spesa pubblica corrente che avrebbero dovuto liberare svariati miliardi di euro da destinare alla riduzione della pressione fiscale (ah! ah! ah!).
Innanzitutto avrebbe dovuto occuparsi del costo del personale della pubblica amministrazione. La previsione era un taglio fino al 40% del personale amministrativo, arrivando ad “intaccare” anche gli organici delle forze armate.
Poi si sarebbe provveduto alla razionalizzazione del patrimonio pubblico riducendo le spese dei Ministeri, fino, addirittura, all’abolizione delle Province (????). .
Ad oggi di tutto ciò cos’è stato effettivamente realizzato? Praticamente nulla!!
La “barzelletta” della “spending review” trova conferma nel fatto che dagli stessi documenti ufficiali della Finanza Pubblica risulta che i consumi intermedi della pubblica amministrazione sono previsti nel 2017 in aumento.
Una spending review che “espande” la spesa pubblica invece di ridurla!
Comunque resta sempre possibile la “ricetta greca”. Ingredienti? taglio di qualche migliaio di dipendenti pubblici ed ai “fortunati” che restano una bella riduzione a metà dello stipendio; cancellazione dell’assistenza sociale; limitazioni alle pensioni. Così ci saranno immediatamente disponibili una decina di miliardi!
Peccato che manchino ancora all’appello circa 40 miliardi l’anno per venti anni!!!!
Da dove si possono prelevare?
Ma dalla ricchezza degli italiani, naturalmente! Questa, da sempre, costituisce una preda golosa per i sempre affamati e ingordi burocrati.
In base ai dati resi noti da Bankitalia, sappiamo che il patrimonio degli italiani è costituito da:
Attività reali per circa 6.000 miliardi di euro
Attività finanziarie per circa 3.500 miliardi di euro
Passività finanziarie per circa 900 miliardi di euro.
Queste due macro classi di attività, dedotte dalle passività, costituiscono la ricchezza netta degli italiani. Il suo ammontare è pari circa a 8.600 miliardi di euro.
Qualche tempo fa, il Capo Economista della Commerzbank, Jörg Krämer, ha auspicato l'applicazione di un'imposta patrimoniale del 15% sulle attività finanziarie in possesso dei risparmiatori italiani (titoli di stato, obbligazioni, depositi, e via dicendo). Questa era stata vista come un’ottima “ricetta” per ridurre il debito pubblico entro il 100% in ragione del Pil.
Ora, se mai questa “ricetta” venisse applicata, cerchiamo di capire come gli italiani potrebbero essere “depredati” dei loro risparmi.
Ricchezza mobiliare ed immobiliare delle famiglie italiane in miliardi di euro
Abitazioni 5.027
Fabbricati non residenziali e Terreni 588
Oggetti di valore 125
Impianti, macchinari, attrezzature, avviamenti 237
Totale 5.977
E’ evidente come la parte prevalente della ricchezza è costituita da abitazioni ed è già tassata dall'IMU e da altre imposte. Le stesse imposte che gravano sui fabbricati non residenziali e sui terreni.
Gli oggetti di valore, essendo per lo più costituiti da beni non registrati (oro, gioielli, oggetti di antiquariato, dentiera del nonno) sfuggono alla possibilità di poter essere tassati, per il semplice fatto che il fisco non ne conosce la collocazione e quindi la proprietà.
Gli impianti, i macchinari, le attrezzature e gli avviamenti, rientrando per lo più nelle disponibilità delle imprese per l'esercizio delle proprie attività, potrebbero essere tassati, ma con un maggior aggravio sulle imprese stesse che già scontano livelli di prelievo fiscale vicino al 70%
I “furbacchiotti” che ci mal governano potrebbero nascondere il maggior prelievo fiscale rivalutando le rendite catastali (già abbondantemente rivisitate) e aggiungendo qualche punto percentuale al prelievo (già esageratamente esoso) IMU. Ovviamente una tassazione di questo genere, anche solo di qualche punto percentuale, farebbe precipitare il valore degli immobili.
Oltretutto, sempre i nostri “mal-governanti “sembra non sappiano che il possesso di immobili non equivale al possesso della liquidità necessaria a pagare le imposte!
Quindi è ovvio che gli effetti di un intervento di questo genere sarebbero fortemente recessivi.
Certo che l’operazione sarebbe mascherata da una cortina fumogena “condita” ad hoc da esenzioni per prima casa (non si tocca!!), da una maggiore progressività ottenuta attraverso estrosi calcoli, e da detrazioni dal valore degli immobili gli eventuali mutui (no!! Dai!! stavo scherzando!! Non posso immaginare tanta…onestà!!).
Vediamo, ora, qualcosa sulla ricchezza finanziaria
Ricchezza finanziaria delle famiglie italiane in miliardi di euro
Contanti 114
Depositi bancari e postali 983
Crediti commerciali 100
Debito pubblico 184
Obbligazioni e titoli e fondi 1.488
Azioni e partecipazioni societarie 698
Riserve tecniche di assicurazioni 680
Prima strategia: togliere il denaro contante. E' chiaro che tassare il contante, fino a quando questo rimarrà tale, sarà impossibile. Per questo motivo, buona parte del mondo politico, con l’aiuto di giornalisti di parte, è favorevole ad una progressiva abolizione del denaro contante. In tal modo, obbligatoriamente, questo verrebbe depositato nelle banche e quindi diverrebbe individuabile da parte del fisco, facendo emergere nuova materia imponibile da colpire.
Per quanto riguarda le riserve assicurative….beh lì c’è da stare tranquilli, con governi sempre più proni ai voleri dei potenti lobbies finanziarie!
Un’imposta patrimoniale feroce potrebbe, invece, colpire i fondi pensione e i fondi assicurativi, verso i quali si è cercato di attirare un gran numero di risparmiatori con la speranza di integrare (o forse più realisticamente: sostituire) la sempre più "insperata" pensione erogata dai vari enti previdenziali.
Gli investimenti finanziari (ossia in titoli di stato, obbligazioni, fondi comuni, azioni ecc), per loro natura, si prestano ottimamente ad essere colpiti dal fisco.
Ovviamente, come per gli immobili, anche in questo caso assisteremo alla caduta dei loro valori sui mercati finanziari.
Per i titoli di stato vale un ulteriore rafforzamento alle usuali diaboliche manovre fiscali.
Si potrebbe, cioè, operare una “compensazione” tra il rendimento e il debito d’imposta che potrebbe scaturire dalla sua tassazione; trasformando cosi il risparmiatore-creditore in contribuente-debitore. In tal modo diminuirebbero gli interessi debitori previsti o, nel caso, il capitale alla scadenza del titolo potrebbe essere decurtato. E, senza eufemismi, definirei questa operazione un default mascherato da tassazione.
Le obbligazioni bancarie, potrebbero essere facilmente sottoposte ad untaglio, cosicché il risparmiatore si ritroverebbe, involontariamente, a contribuire al salvataggio di qualche banca di medie o grandi dimensioni che potrebbe trovarsi in stato di difficoltà. Cipro docet!
Ma di soldi ne servono proprio tanti e per tanti anni!! E’ quindi possibile che si possa arrivare alla vendita dei famosi “gioielli di Stato”.
Cosa farebbe il buon padre di famiglia in questi casi? Venderebbe i propri beni al miglior offerente! Cosa fanno i nostri politici? Svendono ai loro migliori amici!!
Immaginate , però, che fortuna per i grandi investitori stranieri!! Potranno acquisire immobili, aziende, marchi, titoli azionari italiani a due soldi, anzi,….a due euro!!!
Non ci credete? Pubblicherò un post su questo argomento!
Chi ci guadagnerà da questi ipotetici (ma non troppo) interventi finanziari? Non certo gli Italiani!! Loro ne usciranno sicuramente devastati anche peggio dei Greci. E la devastazione, si sa, è terreno fertile per i germi della violenza!!
Le soluzioni? Innanzitutto, rivedere al più presto i trattati europei e chiedere il conto a chi ci ha portato nel baratro (e anche oltre!!)!
E……tutto inizierà tra esattamente tra 538 giorni! Siete ancora in tempo!
P.S a tutto questo dobbiamo aggiungere i soldi (tanti!!) che dobbiamo all’Europa per aver aderito al MES …. Ma questa è un’altra storia …