Chi siamo

Our main activity is Economy and Finance themes. We study the market development and the economical news coming from different countries in particular U.S., Europe and Japan. We elaborate all data by a software – Pythia – with the purpose to make forecasting about the trend of the most important Stock Exchange index and the process of the main currencies and commodities.

Il nostro pane quotidiano è lo studio di ciò che riguarda l'Economia e la Finanza. Seguiamo gli andamenti dei mercati e le notizie economiche provenienti dai vari paesi con particolare attenzione agli Stati Uniti, l'Europa ed il Giappone. Elaboriamo i dati tramite un software - Pythia - con lo scopo di effettuare previsioni sugli andamenti degli indici di borsa, sulle valute e sulle principali commodities.

PYTHIA takes the name by the priestess who pronounced the oracles at Delfi’s sanctuary.

In our case, take inspiration from the origin of the name, it is “our oracle” represented by an artificial neural Network with the purpose to pointout the future way of stock index, currencies and commodities.

PYTHIA trae il nome dalla sacerdotessa che pronunciava gli oracoli nel santuario di Delfi.

Nel nostro caso, ispirandosi all'origine del nome, rappresenta il "nostro oracolo" nelle vesti di una rete neurale artificiale

(ANN "Artificial Neural Network") che ha il compito di indicarci la direzione futura dei mercati azionari, delle valute e delle commodities.



mercoledì 13 febbraio 2013

Tra una promessa elettorale e l’altra ci avviciniamo alla bancarotta del sistema Italia.


Il 2012 per le aziende italiane non si è chiuso affatto bene. 12.000 sono i fallimenti, 2.000 le procedure non fallimentari e 90.000 le liquidazioni. Oltre 104 mila imprese sono entrate in crisi o hanno dovuto chiudere i battenti.
Si tratta di un valore che supera quello già elevato del 2011 (+2,2%).
I dati di Cerved Group mostrano che nel 2012 la recessione ha avuto un impatto notevole nel comparto dei servizi pari al +3,1% e nelle costruzioni al +2,7%, mentre la manifattura - anche se con un numero di fallimenti che resta a livelli critici - ha registrato un calo rispetto al 2012 (- 6,3%).
Dal punto di vista dei territori, le procedure sono aumentate nel Nord Ovest (+6,6%) e nel Centro (+4,7% , ma sono rimaste ai livelli dell'anno precedente nel Sud e nelle Isole (‐0,4%). Nel Nord Est i casi sono invece diminuiti (‐ 4,3%), un dato compensato dall'incremento forte delle liquidazioni e che ha portato il totale di chiusure in quell'area a superare quota 20 mila (+8,6% sul 2011).
Il fenomeno delle liquidazioni volontarie ha riguardato tutta l'economia: se si considerano le "vere" (non contando le cosiddette scatole vuote) società di capitale, vanno registrati aumenti con tassi a due cifre nel terziario (14%), nelle costruzioni (13,8%) e nell'industria (13,1%).
Dal 2009 si contano più di 45 mila fallimenti. Il numero maggiore ha riguardato imprese del terziario, 21.000, ma i dati indicano che è stata l'industria a pagare il conto più salato alla recessione: il totale delle societa' di capitale manifatturiere che sono fallite tra il 2009 e il 2012 sale al 5,2% di quelle che avevano depositato un bilancio valido all'inizio del periodo considerato, contro una percentuale pari al 4,6% nelle costruzioni e al 2,2% nei servizi.

Per completare il quadro aggiungo il grafico della produzione industriale italiana.



Nessun commento:

Posta un commento