Chi siamo

Our main activity is Economy and Finance themes. We study the market development and the economical news coming from different countries in particular U.S., Europe and Japan. We elaborate all data by a software – Pythia – with the purpose to make forecasting about the trend of the most important Stock Exchange index and the process of the main currencies and commodities.

Il nostro pane quotidiano è lo studio di ciò che riguarda l'Economia e la Finanza. Seguiamo gli andamenti dei mercati e le notizie economiche provenienti dai vari paesi con particolare attenzione agli Stati Uniti, l'Europa ed il Giappone. Elaboriamo i dati tramite un software - Pythia - con lo scopo di effettuare previsioni sugli andamenti degli indici di borsa, sulle valute e sulle principali commodities.

PYTHIA takes the name by the priestess who pronounced the oracles at Delfi’s sanctuary.

In our case, take inspiration from the origin of the name, it is “our oracle” represented by an artificial neural Network with the purpose to pointout the future way of stock index, currencies and commodities.

PYTHIA trae il nome dalla sacerdotessa che pronunciava gli oracoli nel santuario di Delfi.

Nel nostro caso, ispirandosi all'origine del nome, rappresenta il "nostro oracolo" nelle vesti di una rete neurale artificiale

(ANN "Artificial Neural Network") che ha il compito di indicarci la direzione futura dei mercati azionari, delle valute e delle commodities.



lunedì 30 gennaio 2012

Considerazioni a proposito del possibile andamento del USD per il 2012.

Iniziamo dal meeting Fomc appena concluso dove la FED ha annunciato di aver mantenuto la politica dei tassi invariata, ma questa volta  cambiando linguaggio. Invece di dire che i tassi di interesse rimarranno eccezionalmente bassi probabilmente fino a metà 2013, ora afferma che questi rimarranno invariati fino al 2014 “the Fed now says the fed funds rate is likely to remain exceptionally low through late 2014”

L’$USD ha iniziato il 2012 con un marcato andamento ribassista (vedi grafico qui sotto)



Il mercato ha anticipato l’estensione della politica dei tassi della FED e la possibilità di un nuovo QE3.

Sebbene  il lungo periodo di bassi tassi ed i programmi di stimolo non abbiano portato l'inflazione ne hanno  comunque aumentato i rischi contribuendo a spingere ulteriormente al ribasso l’ USD.
 Questo potrebbe essere foriero di un rafforzamento del dollaro durante il corso del 2012?  La risposta è si, perché date le attuali forti aspettative di bassi tassi ed estensioni dell’offerta monetaria, un miglioramento dei dati economici dell’economia porterebbe a ridurrebbe tali aspettative e quindi ad un aumento della valutazione del dollaro.

Un altro elemento a favore di un rafforzamento del dollaro è dovuto al fatto che il tasso di crescita dell’economia USA è buona rispetto ad altri paesi dall’economia sviluppata.

Inoltre la recessione economica mondiale potrebbe essere di aiuto al dollaro in quanto considerata valuta rifugio per eccellenza. Aggiungiamo anche che le banche centrali di Svizzera e Giappone sono diventate più aggressive nella valutazione delle proprie valute.

Inoltre, a differenza del recente passato, la FED non è più l’unica banca centrale ad espandere la politica monetaria, ma ad essa si sono aggiunte ad esempio la BCE e la Banca centrale di Inghilterra.

Aggiungiamo pure che  euro e dollaro tendono a spingersi in direzioni opposte. Qualsiasi spinta in negativo per l’euro tende ad essere una spinta in positivo per il dollaro. Naturalmente vale anche il contrario, se i leaders europei riusciranno a gestire le loro problematiche questo potrà portare al rialzo dell’euro e una discesa del dollaro.

Anche gli Usa per altro sono alle prese con considerevoli problemi di bilancio già dal 2011 e se il Congresso non riuscirà a dar segni di essere in grado di ridurre il deficit potremmo avere un ulteriore rischio di downgrade con evidenti conseguenze per il dollaro.

Aggiungerei pure che se effettivamente avremo un successivo QE3 questo porterebbe da una parte ad un aumento del rischio di inflazione e dall’altra aumenterebbe la richiesta di assets a rischio come le azioni e una diminuizione di domanda di valute rifugio come per l’appunto il dollaro

Un ulteriore peggioramento  potrebbe nascere da un’ondata di default in zona euro.

Sebbene la possibilità del default Greco sembra già essere stata scontata dal mercato, il problema è legato a tutti gli istituti bancari possessori di tali titoli con un possibil effetto domino tra di essi, come ho già illustrato in un precedente articolo datato maggio 2010.

Ora se nel brevissimo periodo questo potrebbe dare come risultato un aumento di richiesta del dollaro, non possiamo escludere che tale crisi non possa colpire direttamente o indirittamente anche l’economia Usa e con essa la sua valuta.    

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