L’Università di Atene chiude per i tagli
Il Senato dell’Università Nazionale di Atene (EKPA) nella sua sessione
straordinaria del 23 settembre 2013 riscontra:
l’ oggettiva e assoluta impossibilità dell’Università di
Atene di svolgere le sue funzioni didattiche, di ricerca e amministrative;
che l’incomprensibile insistenza del ministero della
pubblica istruzione e delle religioni, delle riforme amministrative e
dell’e-government in scelte che minano direttamente l’istruzione superiore
delle nuove generazioni in Grecia, che sono la sostanziale speranza per
superare la crisi sociale e finanziaria nei prossimi anni, non può in nessun
modo essere accettata.
che i ministeri della pubblica istruzione e delle riforme
con calcoli di contabilità infondati e approssimazioni, indegni delle istituzioni
responsabili di uno stato civile, e nella più totale opacità, emarginano la
prima università del paese e dei Balcani, che offre ininterrottamente dal 1837
un importante contributo per la didattica, la ricerca e la società,
contribuendo allo sviluppo del paese.
Il Senato, quindi, decide di ricorrere ai tribunali
competenti del paese e a quelli europei, sulla base dei suoi diritti
costituzionali e delle Convenzioni Internazionali sullo spazio comune
nell’istruzione superiore.
Il Senato dell’Università Nazionale di Atene
informa con mestizia l’opinione pubblica che l’Università di Atene è costretta
contro la propria volontà a dover cessare l’immatricolazione di nuovi studenti,
lo svolgimento degli appelli, le sessioni di laurea e in generale qualsiasi
altra attività accademica e sociale, nonché dell’impossibilità di adempiere ai
suoi compiti internazionali.
Il Senato infine rivolge una calorosa richiesta a qualunque
istituzione competente affinché anche all’ultimo momento vengano sospese le
dolorose misure a danno dell’Università di Atene.