In questi giorni gli ossequiosi
giornalisti italiani hanno dato risalto all’approvazione di un disegno di legge
da parte dell’attuale governo “morire per Maastricht-Letta”.
Ovunque abbiamo letto titoloni del
tipo: ”E’ stato abolito Il finanziamento pubblico ai partiti! “.
Ma come stanno veramente le cose?
Tanto per cominciare e per chiarire si tratta di un d.d.l., che significa
“disegno di legge”.
Da non confondere con d.l. che sta per “decreto legge”. Quest’ultimo è un
provvedimento provvisorio, ma avente forza di legge, adottato in casi
straordinari di necessità e urgenza dal Governo, ai sensi dell'art. 77 della
Costituzione della Repubblica Italiana. È inoltre regolato ai sensi dell'art.
15 della legge n. 400/1988. Entra in vigore immediatamente dopo la pubblicazione
in Gazzetta Ufficiale. Se ne fa spesso largo uso, purtroppo anche a sproposito,
in quelle circostanze nelle quali il Governo vuole ottenere dei risultati
nell’immediato.
Per DDL o disegno di legge o progetto di legge, invece, si intende un testo,
solitamente una bozza, costituente un atto destinato ad essere poi analizzato
e, solo eventualmente, a tradursi in legge dopo un iter attraverso i vari
organi legislativi competenti.
Quindi un atto che deve ancora essere presentato alle camere e….. poi chi vivrà
vedrà!!
Ma lo scopo primario di questo atto era solo gettare fumo negli occhi e tenere
buoni gli elettori. E con questo ddl lo scopo è stato evidentemente raggiunto!
Il primo comma dell’art. 1 del
titolo I del DDL enuncia: “E’ abolito il finanziamento pubblico dei partiti”.
Ma qualcuno dovrebbe avvertire “morire per Maastricht-Letta” che il
finanziamento pubblico ai partiti è stato già abolito con il referendum
abrogativo promosso dai Radicali Italiani nell'aprile 1993 con il 90,3% dei
voti. Ma forse è troppo giovane per ricordare?
Le successive norme hanno sempre parlato di “contributo per le spese
elettorali”. In primis la legge n. 515 del 10 dicembre 1993.
Poi nella successiva legge n. 2 del 2 gennaio 1997, intitolata "Norme per
la regolamentazione della contribuzione volontaria ai movimenti o partiti
politici", è stata prevista la possibilità per i contribuenti di destinare
il 4 per mille delle proprie imposte sui redditi al finanziamento di partiti e
movimenti politici, direttamente in dichiarazione.
Per la cronaca, l'adesione alla contribuzione volontaria per destinare il 4 per
mille ai partiti è stata minima.
Quindi, ci viene spontaneo chiederci: ma quale norma viene abolita con questa
proposta di legge?
Ma proseguiamo la lettura del testo.
Nell’articolo 4 si prevede l’introduzione della possibilità per il contribuente
di destinare il 2 per mille delle imposte sui redditi a favore dei partiti o
dei movimenti politici o dello Stato. Da notare che è prevista l’assegnazione,
proporzionalmente alle scelte fatte da altri, anche per quelle quote di imposte
per le quali i contribuenti non hanno espresso alcuna scelta. Quote il cui
valore ammonterebbe circa 330 milioni di euro.
Se un cittadino fosse
contrario alla devoluzione di parte delle sue imposte al finanziamento dei
partiti potrebbe limitarsi a non destinare le somme, lasciando in bianco le
caselle previste per le scelte nella dichiarazione dei redditi? No, non può!!
Deve necessariamente esprimere la sua volontà di destinare le somme allo Stato
o ai partiti, altrimenti il 2 per mille delle sue imposte verranno comunque
assegnate in proporzione alle scelte effettuate dagli altri.
Caspita!!! Bel colpo mister “morire per Maastricht”!!!
Il Ministro Quagliariello ha però dichiarato che il governo ha previsto un
tetto massimo di spesa annuo. Tetto ancora non quantificato.
In pratica, con il ddl presentato, l’attuale sistema di finanziamento ai
partiti resterebbe perfettamente in piedi, anzi, si potrebbe addirittura
assistere ad un aumento degli importi destinati a questi.
Altro aspetto importante è dato dalla prevista detrazione fiscalmente delle
somme destinate ai partiti nella misura del 52% per importi tra i 50 e i 5.000
euro e il 26% per quelli tra 5.001 e i 20.000 euro.
Il paradosso è che, mentre per le spese mediche la detrazione è del 19% (con
addirittura una franchigia di base), per le erogazioni ai partiti si può avere
un beneficio del ben 52%!! Ottimo (per i partiti!!) e soprattutto equo!!
Ma non basta! Le somme derivanti da questo 2 per mille delle imposte sarà
destinato a favore dei soli i partiti che abbiano almeno un deputato o un
senatore eletto nelle ultime elezioni. Una chiara volontà di destinare le
previste risorse pubbliche solo a favore di partiti esistenti.
Una vera forma di concorrenza sleale
perpetrata, per di più, con i soldi di tutti i contribuenti