lunedì 29 ottobre 2012

In Italia la pressione fiscale ha raggiunto il 68.50%.


 Le tasse sono il prezzo che si deve pagare per una società civilizzata ma  per le imprese italiane il prezzo appare particolarmente salato. 
 Dai dati elaborati dagli esperti risulta che in Europa il nostro paese continua a guidare la classifica dell'indice di carico fiscale complessivo per le aziende (il total tax rate), con un peso pari al 68,6% dei profitti commerciali, rispetto a una media europea del 44,2% e mondiale del 47,8%.  
Con questo carico fiscale come faranno le nostre imprese a competere con le aziende estere? E’ come se pretendessimo che la Ferrari vinca il Gran Premio di formula uno …… dopo avergli sgonfiato le gomme!
Nessuna  speranza di un miglioramento per il prossimo futuro.  Le analisi storiche mettono in evidenza che durante le fasi di crisi e di economia debole il costo del fisco per le imprese aumenta, in quanto il carico fiscale tende a rimanere rigido mentre gli utili si contraggono.
Dobbiamo anche pensare all'impegno e dispersione di tempo necessario per adempiere ai propri doveri fiscali.  Infatti solo per il calcolo e il rispetto delle scadenze, in Italia  dobbiamo impegnare  ben 285 ore (35.6 giorni lavorativi), ovvero 60 ore in più della media europea (222) e contro una media di 209 ore all'interno dell'area Ocse.
Ricapitolando, poco meno del 70% dei profitti commerciali finisce in tasse e ci vuole quasi un mese e mezzo di lavoro per calcolare il quantum da pagare.
Ergo meglio fare il politico che l’imprenditore, non è vero Mister Batman?



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