giovedì 4 aprile 2013

Caso Marò: le autorità indiane dovrebbero dare molte spiegazioni


Finora gli indiani non hanno potuto presentare una sola prova o testimonianza certa contro la petroliera Enrica Lexie e i fucilieri Salvatore Girone e Massimiliano Latorre nel luogo e nel momento in cui sono stati uccisi i due pescatori.
 L'unico dato ufficiale reso noto riguarda l'autopsia effettuata dal professor Sisikala, anatomopatologo del tribunale indiano, il quale riferì di aver trovato nei corpi delle due vittime pezzi di proiettili le cui dimensioni indicavano un calibro 7,62, più grosso del 5,56 utilizzato dai fucili italiani. Un proiettile compatibile invece con le mitragliatrici russe (o copie cinesi) PKM impiegate a bordo delle motovedette Arrow Boat che la Guardia Costiera dello Sri Lanka utilizza spesso per cacciare i pescherecci indiani che vanno a pescare abusivamente i tonni nelle acque cingalesi.
Ricordiamo inoltre che il tribunale di Kollam ha respinto la richiesta della presenza degli esperti italiani del Cis alla perizia balistica sulle armi della “Entica Lexie”. I due periti dei Carabinieri Paolo Fratini e Luca Flebus sono giunti in India per collaborare con la polizia  nel sequestro e nelle analisi sulle armi usate dai due fucilieri italiani lo scorso 15 febbraio. Perché gli  esperti dei carabinieri non sono stati ammessi?
Altra stranezza, uno degli elementi di prova, il peschereccio dove si trovavano i pescatori uccisi è stato demolito dallo stesso proprietario. Come mai un elemento di prova così importante non è stato posto sotto sequestro ed invece ne è stata consentita la demolizione?

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